di Salvo Bellinghieri /

Coutances – Francia – Luglio 1944 (Attack)
L’ordine a Coutances fu di attaccare i tedeschi in alcune posizioni trincerate. Le informazioni dicevano che non c’erano carri nemici in giro ma solo un paio di unita’ di fanteria Volksgrenadier. La zona, boscosa ma non fitta, inizio’ ad essere martellata da una pioggia costante. Iniziammo lo stesso ad avvicinarci alle loro posizioni finchè vedemmo da lontano un muro di sacchi di sabbia: erano le trincee. Il proiettile HE era gia’ in canna, ma prima di poter sparare, arrivarono verso di noi e verso l’unita’ di fanteria che ci accompagnava, alcuni colpi di mitra e di fucili da una di quell’unita’, fortunatamente senza fare assolutamente nessun danno mentre l’altra unita’ nemica era impegnata con l’altro gruppo della nostra compagnia. Fermai il carro a media distanza e ordinai di fare fuoco verso la posizione di quella fanteria. Anche se Joe, il mio cannoniere, aveva acquisito una certa esperienza, la pioggia rendeva tutto piu’ difficile e il primo colpo cadde lontano. Caricammo il secondo colpo e ordinai di sparare, ma anche se cadde un po’ più vicino spazzando via una discreta linea di sacchi di sabbia, non li colpi’.
– “Maledizione! Non riesco a vedere bene con questa pioggia!” esclamo’ Joe.
In effetti potevamo sparare fino ad esaurire le munizioni mirando quasi alla cieca quindi presi una decisione rischiosa: dovevamo avvicinarci a quelle unita’ il piu’ possibile anche per permettere ai nostri ragazzi di fanteria di avvicinarsi. Intanto i Volksgrenadier spararono ancora una volta con le MG da un mini bunker improvvisato ma senza farci danni. Diedi quindi l’ordine di chiudere i portelli e avvicinarci ancora. Appena arrivammo ad una trentina di metri di distanza, il mio incubo stava per palesarsi: un soldato sollevò un Panzerfaust e lo punto’ contro di noi!
Avevo il cuore in gola ma fortuna volle che quel soldato inizio’ ad agitare il Panzerfaust come se non riuscisse a sparare e lo mise giu’. Fu allora che diedi ordine a Joe, il mio cannoniere, di sparare un altro colpo HE e stavolta li centrò in pieno facendo saltare il mini bunker con la MG e mettendo in fuga quei pochi rimasti. Guardai verso sinistra e l’altra unita’ era impegnata contro il fuoco della nostra fanteria. Diedi ordine a Mike di girare il carro puntando il muso verso quell’unita’, ormai eravamo vicini e decisi di non fare retromarcia. Uno dei cingoli inizio a darci problemi e dopo esserci girati il carro resto’ immobile, ma in quel momento era inutile fare manovre per tentare di sbloccarlo. Joe aspettava solo il mio ordine e lo diedi: sparare verso quell’unita’con la coassiale. Molti uomini di quell’unita’ di fanteria furono presi dal panico e caddero sotto i nostri colpi e il resto a testa bassa scappò verso il boschetto vicino. Non c’era piu nessuno. Feci spegnere il motore per riposare un po’ e fumarci qualche sigaretta poi avremmo spostato il carro con l’aiuto dei nostri ragazzi sugli altri carri. Un ufficiale ci disse di fare in fretta a spostare il carro oppure dovevamo abbandonarlo perche’ non era sicuro stare in quelle zone. I Tedeschi erano li intorno e non avrebbero mollato Coutances.
Al campo di rifornimento, a qualche chilometro dalla citta’, mi chiesero se volevo cambiare il carro con uno piu’ recente visto il prestigio acquisito dal mio equipaggio nelle varie missioni. Ne discussi con i miei uomini e anche se Mike sembrava riluttante, feci presente loro che la guerra non era ancora finita e dovevamo essere in condizioni di combattere al meglio. Così lasciammo il nostro vecchio carro M4 dandogli una pacca sul muso e cominciammo ad equipaggiare il nostro nuovo M4A1. Cio’ che apprezzavo di questo nuovo carro era la stiva munizioni umida (Wet Storage) riducendo cosi il rischio di esplosione in caso di impatto di un proiettile nemico.

Saint-Lo – Francia – Luglio 1944 (REFIT)
Una decina di giorni fa abbiamo sentito le esplosioni dei bombardamenti ,dal nostro campo, a qualche chilometro di distanza da Saint-Lo. Giorni prima sono piovuti tra noi dei volantini che avvisavano i residenti del bombardamento e a quanto pare il vento ha giocato contro di noi e parecchi sono morti sotto le nostre bombe. Una delle tante parti orribili di questa guerra.
Da una settimana diverse colonne di camion con la nostra fanteria si sono mosse verso la citta’ preparandosi a prenderla. Non abbiamo ordini se non quello di rifornirci e prepararci, riposando il piu possibile….ma per cosa?

Operation Cobra – Francia – Luglio 1944 (Attack)
Eravamo gia’ sulla strada da un ora. Gli ordini del generale Brooks per la nostra divisione erano di attaccare e sfondare la linea tedesca oltre Saint-Lo e spingerci a Sud. Avevamo equipaggiato il nostro nuovo carro con un apparecchiatura per superare agilmente i Bocage. La nostra compagnia avanzava in ordine sparso e superate, dopo qualche centinaio di metri, le siepi ad Ovest di Saint.Lo, venimmo accolti da un esplosione alla nostra sinistra. Uno dei nostri carri esplose! A 20 metri circa, poco davanti ad un altra linea di bocage abbastanza fitta, delle truppe di fanteria SS si erano sistemate in delle trincee e imbracciando dei Panzerfaust, presero di mira la mia compagnia.
– “Indietro!!” urlai a Mike “Indietro subito!”.
Ma questa volta non fummo cosi fortunati. Uno di quei soldati sparo’ verso di noi centrandoci e mettendo fuori uso il nostro carro. L’impatto ci scosse molto ma io riuscì ad urlare un ordine:
– “Tutti fuori! Via via via!!” e con fatica iniziammo a saltare fuori dal carro.
I nostri ragazzi di fanteria intanto, dopo aver piazzato delle Browning, iniziarono a riversare un fuoco di soppressione verso le trincee nemiche ma i tedeschi continuavano a sparare da tutte le angolazioni con i fucili. Io venni colpito al braccio sinistro da un proiettile e gli altri ragazzi subirono qualche ferita lieve per fortuna. L’unico a subire una ferita piu seria, quando la granata del Panzerfaust impatto’, fu il giovane Harry Sullivan il mio caricatore. Una scheggia impazzita gli aveva preso la gamba e non riusciva a muoversi. Con un enorme sforzo riuscimmo a trascinarlo fuori tra gli spari e le sue urla e ci riparammo dietro il nostro carro mentre le nostre unita’ di fanteria continuavano a sparare verso le trincee dando il tempo a noi e agli altri di venire soccorsi dai medici e portati lontano dal fuoco nemico.
Due giorni dopo, all’ospedale da campo tutti bendati ma non in pericolo di vita, ebbi una discussione con Mike il mio pilota. L’avevo visto passeggiare nervosamente con la sigaretta fuori, lungo la tenda, e gli chiesi:
– “Tutto bene Mike?”
– “Tutto bene…gia’.. Ti sembra che vada tutto bene Sergente??” Lo sapevo…lo sapevo…lo sapevo!” grido’.
– “Mike…sapevi…cosa?”
– “Che non dovevamo abbandonare il nostro ragazzo!!”e calcio’ un secchio vicino la tenda.
Quando disse il nostro ragazzo capii che parlava del nostro vecchio carro. Lo avevamo battezzato Dangerous Boy e ogni volta che finivamo una missione davamo una pacca sullo scafo dicendo “Ben fatto ragazzone!”
– “Mike…avremo di nuovo il nostro ragazzo. Tra qualche settimana, appena ci saremo rimessi un po’ tutti, ci consegneranno un altro carro… e vedrai..”
– “Cosa?? Non sara’ il nostro vecchio carro! Ci portera’ sfortuna questa cosa! Lo sento!
– “Mike! Basta con queste stronzate!! Finche’ ci raccontavi delle superstizioni che ti ha raccontato tua nonna a New Orleans poteva andare bene ma ora stai esagerando! Non voglio che gli altri ragazzi…”
– “Sergente??” disse Will Russell, il mio assistente pilota, che nel frattempo era venuto fuori dalla tenda insieme a Joe il mio cannoniere, sentendo che alzavamo il tono di voce.
– “Bene!” esclamai “Siamo tutti qui…ok…ok!”
Li guardai uno per uno in faccia annuendo e poi dissi loro:
– “Questa e’ la guerra ragazzi che vi piaccia o meno…e’ questa! E’ brutale. Finora siamo stati fortunati e Dio solo sa se vivremo abbastanza per vederne la fine. In ogni caso, ricordatevi che siamo gente del Sud degli Stati Uniti e non basta una scorreggia di un nazista per farci scappare a gambe levate o rintanarci in un angolino a piagnucolare!”
Joe e Will sorrisero annuendo…mentre Mike ancora arrabbiato scuoteva chino il capo.
E continuai:
– “Potevamo essere in quel carro morti, ma siamo ancora qui… vivi! Il carro non e’ esploso proprio perche’ non si sono incendiate le munizioni grazie alla stiva umida in dotazione in quel nostro nuovo carro! Qui non ci sono superstizioni…bamboline voodoo o galli morti…qui ci siamo noi e i nostri nemici e noi faremo il nostro dovere fino in fondo! Noi e Dangerous Boy che ci accompagnera’ sempre anche nel prossimo carro che arrivera’! E se siamo destinati a morire…beh allora ne porteremo cosi tanti con noi che ad Hitler gli prendera’ un attacco di Bile! Che ne dici Mike? Eh??”
Mike mi guardo’ e con un sorrisetto appena accennato da un lato della bocca mi disse:
Hai sempre ragione Sergente…pero’…la prima pacca al nuovo ragazzone la voglio dare io!”
Io alzai il braccio destro:
“Nessuno ti togliera’ questo onore!” e mettendogli il braccio attorno al collo gli dissi: “Andiamo…non vorrei che il nostro giovane Harry si abitui al letto e poi magari ci chiede anche di portargli una donna” e ridendo rientrammo in tenda. I medici mi dissero che sarei potuto rientrare in servizio al comando del mio carro per inizio Agosto mentre per Harry ci sarebbe voluta qualche settimana in più e nel frattempo mi avrebbero mandato un sostituto.

Vedremo come iniziera’ il mese di Agosto…

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