di Riccardo Masini /

Tra l’organizzazione della Virtual LudoStoriCon 2024, il completamento del nuovo libro in inglese, le riprese per WLOG e Grandi Manovre, oltre ovviamente a tutti i normali impegni di famiglia, casa e lavoro è un po’ che riesco ad essere meno presente di quel che vorrei sul gruppo.
Tuttavia, nel frattempo continuo nel mio studio del sistema “antico” della Hollandspiele, con With It Or On It (che a breve sarà seguito dal modulo su Roma The Grass Crown, nonché dai titoli medievali).
Stavolta, secondo scenario: Platea (per motivi “logistici”, in quaesta occasione giocato sull’ottimo modulo Vassal). Prima partita: mentre sulla sinistra greca gli ellenici avanzano veloci verso il nemico, sulla destra la falange spartana soffre per l’azione congiunta degli schermagliatori e dei cavallerizzi persiani… praticamente non arrivano neanche a contatto, battaglia persa da subito.
Accidenti, mi dico, scenario sbilanciato? Ristudiamo un po’ il tutto… no, non ho sbagliato regole stavolta, però… un attimo, se riesco ad entrare in contatto anche di fianco con le linee persiane, gli tolgo automaticamente il tiro a distanza perché richiamano subito indietro gli schermagliatori! Faccio così e, sì, la stessa ala sinistra che distrugge il corrispettivo nemico, poi converge al centro, “tocca” la fanteria imperiale, lasciando la falange spartana libera di caricare indisturbata e fare ciò che sa fare meglio: mangiare Persiani a colazione.
Però adesso, mi dico nuovamente, è sbilanciato dall’altra parte… no, un attimo, lo scenario dice che a Platea, essendosi combattute in sostanza due battaglie parallele, se scosto anche di poco la fanteria imperiale dal centro, nessuno potrà anche solo sfiorarla dal fianco, e allora…
E così via, a cercare soluzioni e controsoluzioni, manovre e contromanovre, espedienti e controespedienti ai singoli problemi tattici posti dal gioco, con il Greco che deve entrare a contatto il prima possibile e il Persiano che non deve perdere tempo a dare ordini di movimento o contrattacco, ma lanciare tutto quello che ha sottomano contro gli ellenici in avanzata.
Ora, mi direte voi, non è un po’ troppo meccanico questo approccio, peraltro seguito anche da quell’altro gioiellino Hollandspiele che è Table Battles? Non sono invece meglio quei giochi classici alla PRESTAGS o Ancients, per non parlare di quella meraviglia simulativa che è il GBoH, che mi lasciano fare quel che voglio, pezzo per pezzo, azione per azione, senza tutta questa stilizzazione che riduce tutto a una serie di “Se fai A, io rispondo con B. E allora io rispondo con C”?
Eh, sì e no. Nel senso che sì, la loro simulazione è sicuramente più diretta e approfondita… ma solo nella rappresentazione diretta di ciò che accade sul campo di battaglia, punto per punto, momento per momento, con tutti i problemi tattici connessi. With It Or On It ha gli stessi dettagli, dai quali derivano gli stessi identici problemi tattici connessi, solo che “asciuga” il tutto ad un gioco di scelta e controscelta, in cui ci sono meno decisioni da prendere ma con effetti più netti ed evidenti.
Sabin ci dice che questo secondo tipo di giochi più snelli sono forse migliori in ambito didattico, perché proprio grazie alla loro essenzialità ci permettono di ottenere più facilmente conoscenza e consapevolezza delle dinamiche storiche rappresentate. Il che è vero, sono d’accordo, come però è anche vero che pure la rappresentazione diretta dei titoli più elaborati offre potenzialità di rappresentazioni storiche innegabili e di estrema importanza didattica, che mancano alle controparti più “light”. Oltre al fatto che una rappresentazione più diretta aggiunge colore, emozione, immersione ad un gioco che altrimenti potrebbe risultare un po’ freddo… insomma, gli stessi Greci che muovo sulla mia mappa questa roba la chiamavano “pathos”, ed era un aspetto essenziale della rappresentazione.
Quindi, quale tra tutti questi tipi di gioco è il migliore, chi ha il modello decisionale più convincente per rispecchiare le reali scelte di un comandante? A chi va la corona, chi è il “più forte”, per parafrase le ultime parole di Alessandro Magno?
La mia risposta la sapete già: tutti quanti.
Perché ognuno – a patto che siano “buoni” giochi, indipendentemente dal loro approccio – ci fornisce visioni diverse, ma complementari degli stessi eventi e in un mondo ideale un buon giocatore realmente interessato più all’evento storico in sé che alla presenza o meno di una certa “regoletta feticcio”, dovrebbe saperli provare e apprezzare tutti, cogliendo da ciascuno il meglio. Ecco perché proprio alla VLSC trovate di tutto, dai tutorial di GBoH ed ASL, a 300 e Bolt Action: perché qui a LudoStoria i giochi storici, quelli belli, ci piacciono tutti, indipendentemente dal numero di pagine delle regole o dal fatto che uno li giochi con le pedine, con le miniature o con la scheda di un gioco di ruolo.
Intanto, io su quella piana di Platea ci ritorno: mi rimetto a posto l’elmo, stringo bene lancia e scudo e mi lancio ancora una volta contro le schiere persiane. Ora vado a rigiocarmela in Ancients, poi vedo se la ritrovo anche in Ancient Battles Deluxe e nella nuova Designer’s Edition di Dawn of Battle. Poi, prima o poi mi arriverà GBoH Hoplite. E magari faremo insieme il confronto.
Sempre curiosi, sempre con la mente aperta, sempre consapevoli di non sapere e quindi ansiosi di imparare. Come uno che a Platea ci ha combattuto davvero: un certo Ateniese, un tipo bizzarro di nome Socrate.
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