di Luca Fiorentini /

Vero, questo non è un post che ci azzecca con la storia.
Tuttavia è ormai chiaro a tutti la valenza del gioco ai fini didattici, sia per la formazione sia per l’addestramento. Come nel wargaming professionale si usano sia strumenti bidimensionali sia strumenti tridimensionali.
In particolare, vista la mia attività, sia in campo industriale, sia in campo nucleare, sia ancora nel campo militare nucleare, da sempre mi occupo, oltre che delle attività di docenza accademica e dell’addestramento pratico in campo, di progettare ed impiegare “kit ludici” (sia analogici digitali) per insegnare tattiche di intervento per attività di Search & Rescue, Fire Fighting,…sia a livello tattico sia a livello strategico (ad esempio per incidenti complessi o estesi, come un incendio boschivo o eventi di protezione civile tra cui interventi in caso di incidenti o attacchi nucleari, batteriologici o radiologici).
Tante di queste attività le abbiamo normate anche a livello internazionale. Oggi in numerosi standard il gioco (serious game) è riconosciuto essere uno uno strumento fondamentale da utilizzarsi in combinazione con le altre forme di informazione/formazione ed addestramento, per una esperienza migliore.
Certo…oggigiorno questo avviene anche a fianco dell’utilizzo della realtà virtuale immersiva o della simulazione in scala reale (es. incendi veri e propri in centri di addestramento specializzati) ma con una riconosciuta valenza specifica proprio dei cosiddetti “table-top exercises”.
La simulazione e le meccaniche che la supportano sono individuate attraverso un rigoroso processo di studio, che coinvolge anche l’osservazione di eventi reali. Tanto è vero che il gioco viene anche spesso impiegato come strumento “What-if?”.
Oggi spesso rigiochiamo eventi di incendio anche famosi come Grenfell Tower, Deep Water Horizon, Notre Dame, Pedrogao Grande per capire come sarebbe stato meglio affrontare tali emergenze o come avrebbero dovuto essere affrontati in situazioni differenti al variare di uno dei parametri che hanno influenzato la dinamica complessiva effettivamente registrata.
Il gioco diventa quindi, anche rispetto a queste tematiche, anche uno strumento per interpretare e rivivere casi reali, derivando “lessons learnt”.
Sono tantissimi i punti in comune con gli argomenti di questo gruppo ed una volta ancora il gioco è validato come strumento serio.
Una differenza notevole?
Non usiamo gli esagoni e forse è meglio così 🙂 viste tutte le discussioni che tutte le volte sorgono a dispetto di quelli che sono veramente gli obiettivi del gioco ed a favore del feticismo delle meccaniche, delle categorie e del gioco fine a se stesso. Forse bisognerebbe vedere le cose un po’ più in là del piccolo orticello. Il gioco è uno strumento formidabile.

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