di Lorenzo Nannetti /

La guerra (o la competizione che ci si avvicina) non coinvolge solo le azioni militari, ma anche quelle su tutto lo spettro DIMEFIL, acronimo che racchiude l’insieme di tutti gli strumenti del potere di un Paese: Diplomatico, Informativo, Militare, Economico, Finanziario, Informatico e Legislativo. Per questo spesso in ambito relazioni internazionali un wargame può essere “pol-mil” cioè trattare aspetti politico-militari e non solo militari. Questo anche perché di solito è la sfida politica in tutte le sue sfaccettature a influenzare pesantemente vincoli e limiti dell’eventuale azione militare – fino addirittura a poterla rendere in alcuni casi superflua o, al contrario, inutile.
I matrix games (letteralmente “giochi a matrice” anche se il nome deriva da una forma iniziale che ora non esiste più) sono una tipologia di wargame pol-mil particolarmente adatta a rappresentare tutte le azioni che non siano “guerra guerreggiata” (in realtà include anche queste, ma molto approssimate). Poco adatte al gioco ricreativo, sono invece particolarmente indicate per quello a scopo professionale perché consentono ai giocatori (che rappresentano i principali attori nazionali o internazionali coinvolti) di poter operare praticamente qualsiasi azione realisticamente possibile.
Sarà poi l’esperienza dei giocatori stessi (se esperti sul tema) e/ dell’arbitro ed eventuali altri esperti a valutare quanto sia probabile la riuscita di tale azione.
Rispetto a un gioco che ha già una serie di azioni possibili, infatti, i giocatori possono proporre una qualsiasi azione che la parte che rappresentano possa realmente compiere, fornendo un certo numero di motivi ragionati (e significativi) del perché debba avere successo. L’arbitro e gli altri giocatori possono contestare tali motivazioni se credono sia necessario. Questo impone che i giocatori abbiano una certa conoscenza dell’attore che stanno rappresentando… oppure che qualcuno li aiuti in tal senso. Per questo è particolarmente adatto a studiosi o esperti dell’argomento trattato.
Ci sono varie altre particolarità ma sono più specifiche.
Il risultato, oltre a uno svolgimento non necessariamente ristretto da limiti precostituiti (ad esempio carte od opzioni scelte a monte dal designer), è una narrazione condivisa degli eventi dove tutti contribuiscono a comprendere meglio le dinamiche in gioco. Nel cercare di raggiungere gli obiettivi della propria parte, i giocatori e l’arbitro puntano a creare una narrazione coerente e significativa che permetta di fare riflessioni significative.
I vantaggi sono molteplici: un matrix game è veloce da creare e da preparare, può essere creato praticamente per quasi ogni possibile scenario, non richiede che i giocatori conoscano regolamenti complessi e consente di rappresentare elementi non cinetici (e pure speculativi, cosa che può stimolare la discussione). Permette inoltre scenari multigiocatore e multidominio. Tuttavia, come tutti i giochi hanno anche punti di debolezza: richiedono arbitri (o facilitatori) esperti, sembrano a volte “casalinghi” (ma lavorando un po’ sui materiali si possono ottenere risultati interessanti e visivamente coinvolgenti) e hanno una logica di gioco così differente da tanti altri giochi da risultare paradossalmente difficili per chi non è abituato.
Spesso sono usati per scenari contemporanei, ma in realtà si possono usare anche per scenari storici (peraltro sono nati su scenari storici…): insurrezione stile “Primavere Arabe”, guerra delle Falklands, il reclutamento per le Crociate, Guerra Civile Spagnola, guerra delle due Rose, guerra nell’ex-Jugoslavia, sono solo alcuni degli argomenti che ho visto trattati e per cui esistono moduli (più o meno sviluppati).
Nelle immagini:
– La mappa del matrix game “Onde Pericolose” che ho creato io sulle dispute attuali nel Mar Cinese Meridionale.
– Un’analisi SWOT dei matrix game prese dal sito della conferenza Connections UK
– Una mappa per un gioco a matrice sulla guerra delle Falklands… poco accattivante dal punto di vista estetico, ma è anche per mostrare quanto possa essere semplice creare una mappa schematica che vada già bene (dal sito Mapsymbs di Tom Mouat)

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