di Riccardo Masini /

Titolo: W1815
Autore: Hannu Uusitalo
Editore: U&P
Numero di giocatori: 1-2
Durata: 30min
Descrizione: Titolo esemplare degli “apri e gioca” e capostipite di un intero sottogenere, che potremmo definire “ad azioni incatenate”. In pratica, la battaglia di Waterloo viene rappresentata su di una mappa d’epoca che riporta un certo numero di rettangoli colorati, sui quali posizionare altrettanti blocchetti di legno colorati, appartenenti agli eserciti coinvolti. Una serie di carte azione viene posizionata accanto alla mappa, ciascuna delle quali corrisponde ad una specifica sezione dell’esercito: su di esse i giocatori trovano delle opzioni tattiche specifiche per quella porzione (attaccare a distanza l’unità X, schierarsi in difesa, caricare a distanza ravvicinata…) e i valori da fare col dado per determinare un successivo set di conseguenze. La partita dunque si svolge con i giocatori che si alternano nell’attivazione di queste carte, alcune delle quali possono essere girate per scelta o a causa delle azioni avversarie, aprendo un nuovo ventaglio di azioni. Le perdite vengono segnate rimuovendo o i rettangoli di truppa o perdendo punti morale, a seconda dei risultati del dado. Specifiche condizioni di vittoria (la riduzione del morale nemico, la caduta di determinate posizioni, l’arrivo dei Prussiani alle spalle dei Francesi…) determineranno l’esito finale della partita.
Impressioni: Tutto quello che avete letto è l’ossatura del gioco… ma praticamente il 90 per cento delle sue regole. Ovviamente, con ogni singolo elemento ben calibrato, con azioni molto dettagliate riportate sulle singole carte delle formazioni e allo stesso tempo gestite in maniera più che essenziale mediante un singolo tiro di dado. Ciò riconduce il giocatore al ruolo effettivo del comandante in capo, chiamato a impartire una serie di direttive generali da scegliere all’interno di una gamma ristretta di opzioni, sperando che poi i subalterni le eseguano in maniera adeguata… e siccome questo non succede quasi mai (ecco il ruolo “storiografico” del dado), lo stesso giocatore sarà costretto spesso a correre ai ripari e a scegliere dove cedere terreno e in quali punti invece intensificare i propri sforzi. Ciò elimina anche una distorsione tipica di wargame più complessi, ossia lasciare ai giocatori una gestione così minuta delle variabili tattiche da concedere un’eccessiva libertà di azione, del tutto irrealistica. In W1815 non solo è difficile o ancor meglio impossibile inventare repentine quanto repentine “manovre geniali”, ma ancor più semplicemente saremo costretti a scegliere unicamente tra opzioni realistiche e più fattibili, restituendo un’immagine al tempo stesso più fluida e più credibile dell’azione che si svolge nel frastuono e nel caos della battaglia, spesso al di là dello spazio decisionale o della sfera d’influenza del comandante.
La semplicità del gioco e l’intuitività della sua interfaccia, peraltro graficamente splendida e molto evocativa nel suo stile d’epoca, rendono l’intera esperienza molto attrattiva e gradevole non solo per il principiante, ma anche per il vecchio grognard che voglia rivisitare in maniera più rilassata (ma sempre storicamente valida) un campo di battaglia noto e arcinoto come quello di Waterloo. La tensione è altissima, con i ripetuti assalti francesi da un lato, la disperata resistenza anglo-olandese da bilanciare con le azioni di schieramento delle truppe prussiane dall’altro. E infine, il look complessivo che si ottiene dal campo di battaglia è quello classico del libro di Storia con mappa e posizioni tattiche allegate… solo che sarà la storia della “nostra” Waterloo, combattuta in 30 minuti e con un tremendo “effetto ciliegia” che ci spingerà a fare un altro giro più e più volte nella stessa sessione.
Completa il tutto un bot per il solitario nato come aggiunta di un fan su BGG, e poi incluso nella seconda edizione del titolo, presentata in un bel formato “a fascicolo”.
Un sistema così semplice, così ricco di bei dettagli storici, così accessibile a chiunque al di là della sua esperienza wargamistica precedente da aver generato un intero filone di giochi analoghi, che vanno dai gioco-libro solitari della Worthington alle variazioni più astratte di Table Battles della Hollandspiele (di cui parleremo in futuro).

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