di Riccardo Masini /
Quando una semplice regola, dettata dalla realtà storica e apparentemente solo restrittiva, incoraggia invece alla riflessione tattica e “apre” il gioco.
Ad Antietam, per rappresentare l’indecisione e il timore di un attacco sul fianco che rallentò enormemente l’azione del generale MacClellan, il giocatore unionista può muovere solo 15 unità al primo turno, 10 unità in tutti i turni successivi. Il confederato ovviamente ringrazia perché, data la disparità di forze in campo, è costretto ad una lenta azione di ripiegamento su Sharpsburg, la conquista della quale fornirebbe preziosi punti vittoria all’avversario.
Il giocatore unionista è dunque costretto in una situazione certo frustrante, ma riceve una lezione fondamentale: non potendo attaccare ovunque deve necessariamente economizzare i suoi sforzi mettendo in ordine di priorità i punti critici dove massimizzare i suoi attacchi. Il confederato sa bene di non poter reggere alla lunga una situazione di attrito diretto e, al di là di qualche sparuto contrattacco dettato dal momento, deve “saltare” da una linea di terreni difensivi all’altra, idealmente predisponendo una serie di anelli protettivi che gli consentano una difesa in profondità. Entrambi i giocatori sono sia avvantaggiati che svantaggiati dalla regola per cui un’unità che si deve ritirare a seguito di un proprio attacco fallito diventa inefficace fino ad un successivo tiro di un “1” sul dado: diventa dunque fondamentale ottenere rapporti di 3:1 o come minimo 2:1 (che comunque è rischioso), con l’unionista che si vede la propria forza d’attacco svanire un pezzo alla volta, il confederato che corre sempre il pericolo di perdere truppe preziose per eventuali contrattacchi o comunque con minore capacità di tenuta.
Ciò che ne deriva è una tensione continua. Il confederato in particolare deve far “spegnere” gli attacchi avversari costringendo l’unionista al pericoloso 2:1 e questo è perfino più importante che infliggere perdite dirette… l’erosione della forza d’attacco che ne deriva costringerà l’unionista a perdere turni preziosi per portare truppe fresche nei punti critici, spendendo tra l’altro attivazioni preziose (10 sono davvero poche). Anche un semplice difensore si ritira farà “rimbalzare” all’indietro il nordista, che dunque dovrà spendere altre attivazioni al turno successivo per rifarsi sotto.
La situazione del confederato rimane comunque critica per tutta la partita. Ben presto le foreste, i ponti e i guadi cederanno e si evidenzieranno due se non addirittura tre punti critici nel suo fragile schieramento (soprattutto se l’unionista ha un po’ più fortuna di me, che in questa partita ho continuato a fare 5 sulla colonna del 2:1 mandando in “ineffective” una marea di ottime unità!!!), e lo stesso ripiegamento su Sharpsburg deve essere metodico e ben ordinato. In più, se l’unionista manovra bene manterrà a contatto molte sue unità, permettendo loro di attaccare e avanzare comunque senza spendere ulteriori attivazioni. L’arrivo di AP Hill con la sua super unità da 16 (pure un po’ troppo…) sarà dunque la sua ultima speranza, come minimo per mantenere la posizione di Sharpsburg, idealmente per stroncare sul nascere l’ultimo decisivo attacco nordista.
Uno scenario forse un po’ scriptato, per quanto reso più imprevedibile dalle regole sull’inefficacia degli attaccanti respinti e sul loro recupero casuale, ma utilissimo per imparare molti principi fondamentali sia delle manovre d’attacco che di quelle di difesa. Oltre che davvero divertente!

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