di Marco Quaranta /
Correva l’anno 1769. Richard Arkwright, inventore e imprenditore Britannico brevetta la Water Frame, il primo telaio meccanico della storia, dando di fatto il via alla Rivoluzione Industriale. Sette anni dopo Adam Smith scrive The wealth of nations, formulando la teoria della Domanda e dell’Offerta, e gettando le basi per le leggi dell’economia moderna. Un periodo affascinante di innovazioni tecnologiche e di cambiamenti sociali. Tutto questo racchiuso in questo gioco, Arkwright, che non è un wargame, ma ha meccaniche che creano conflitti economici e industriali senza esclusioni di colpi.
Nel gioco si tratta di gestire da una a quattro fabbriche di prodotti diversi, dai beni essenziali ai beni di lusso. Ogni bene ha una domanda di mercato diversa, e pertanto deve venire gestito oculatamente in termini di volumi produzione, qualità reale e percepita, posizionamento prezzo, gestione delle scorte ed export. Un gioco stupendo, complesso è vero, ma con un livello di realismo davvero unico.



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