di Riccardo Masini /
Una delle conseguenze più interessanti del mantenimento di un approccio ampio al gioco di simulazione storico – superando cioè i soliti steccati legati a questa o a quella meccanica, con approcci e tematiche più diversificate – è che tutta questa moltiplicazione di contenuti crea delle interessanti risonanze tra più titoli che incontriamo nel nostro cammino ludico.
Ancora una volta, non si tratta di qualcosa di incredibilmente nuovo nella storia del wargame e del gioco di simulazione: lo sperimentalismo fa parte della tradizione, anzi ne é uno dei motori fondamentali e fin dagli anni Settanta (se non anche prima!) era facile trovare nello stesso catalogo offerte quanto più varie, sia per ciò che veniva simulato, sia per come veniva simulato.
Oggi, però, l’aumento dei giochi prodotti, delle case produttrici, degli autori, degli approcci di design e dello stesso spettro d’indagine della storiografia (sempre più improntata ad una visione interdisciplinare della ricerca storica) forniscono al pubblico non solo più alternative, ma la possibilità di osservare particolari interazioni anche tra i contenuti dei titoli che si possono piazzare sul tavolo.
Ma in che modo giochi del tutto diversi possono entrare in relazione tra di loro?
La chiave di tutto è, chiaramente, il fatto che si tratta di giochi di simulazione, ossia in cui il contenuto (o tema) domina sulle meccaniche. E poiché parliamo di simulazione storica con un concetto di Storia intrecciato con più discipline come si accennava sopra, i contenuti in questione si moltiplicano non solo nel numero ma anche nei loro possibili intrecci.
In questa sorta di “rete di nodi in espansione” che ne viene fuori, il primo collegamento può essere un’assonanza: ossia, una vicinanza ideale tra temi e dinamiche, ma relative a situazioni materialmente e anche cronologicamente molto diverse.
Per intenderci, via con un bell’esempio, dedicato a giochi ambientati in contesti bellici o prebellici (di guerra aperta, dunque, se non di guerra strisciante) in cui lo scopo non è eliminare o scacciare qualcuno da una zona, ma soccorrerlo e spostarlo da un punto rischioso della mappa ad un altro più in sicurezza. Quindi, da un lato Freedom: Underground Railroad (Academy Games) e dall’altro Comet (Hollandspiele)… dagli eroici sforzi degli abolizionisti per proteggere gli schiavi fuggiaschi dagli Stati Uniti del Sud nel loro viaggio clandestino verso la libertà in Canada alla vigilia della Guerra di Secessione, alla rete della Resistenza europea che nel 1943-1945 gestiva l’evacuazione dei piloti alleati abbattuti il passo pare incredibilmente breve. Una vicinanza che appare ancora più evidente se li giochiamo uno dietro l’altro, ricordando che nel primo caso abbiamo un gioco cooperativo e nell’altro un solitario puro.
All’opposto, troviamo le dissonanze tra giochi che magari con meccaniche analoghe o comunque “adiacenti” trattano lo stesso identico tema, osservato da punti di vista diversi. Talvolta diametralmente opposti. E’ il caso della guerra navale nel Nord Atlantico durante il secondo conflitto mondiale, che possiamo vivere al comando di un wolfpack di sommergibili tedeschi in Sea Wolves Solitaire (Turgalium Games), o alla guida della scorta di un convoglio di mercantili in Corvette Commander (War Diary). E qui il contrasto arriva perfino al media “limitrofo” al gioco di simulazione: il cinema, che ci vedrà passare in rapida successione dalla visione di U-Boot 96 a quella di Greyhound… un’esperienza emotiva di fruizione culturale tanto straniante quanto illuminante.
Certo, però, all’atto pratico viene da chiederci cosa ci dicono queste relazioni. Di per sé forse poco, o meglio ci danno più delle suggestioni interpretative del passato che delle chiare indicazioni di lettura dei singoli momenti storici… suggestioni che ci portano, attraverso la lente del gioco un po’ deformante e un po’ rivelatrice al tempo stesso, a riflessioni ulteriori che vanno al di là della mera cronaca dell’episodio specifico e che in effetti sono forse il senso più profondo del nostro indagare sulle vicende umane, sul loro continuo mutamento ma anche sulle loro sorprendenti analogie che superano anche secoli di distanza temporale.
Cose che succedono quando ti metti a giocare con la Storia. O meglio, con tutta la Storia… e non sempre con i soliti due o tre “pezzi” di essa, non sempre nello stesso modo, non sempre con gli stessi occhi.




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