di Riccardo Masini /
Nel frattempo in Giappone…
Impreviste vicinanze concettuali con l’altra parte del mondo, che scopri quando cominci a usare Google Lens per leggere una delle principali riviste di wargame del Sol Levante, Banzai.
Ma di quali concetti stiamo parlando? In sintesi: un wargame è un gioco che ricrea un conflitto e che ha elementi di gioco di ruolo/immedesimazione. Conflitto (parte oggettiva del modello) e immedesimazione (parte soggettiva dei giocatori) = simulazione (modello giocabile… e si torna sempre a Dunnigan).
Applicato al caso di specie, Fire & Stone avrà anche componenti e meccaniche tipicamente “euro”, ma se simula un conflitto nelle sue dinamiche reali e ti ci fa entrare dentro come giocatore, allora è e resta comunque un wargame. Poi discutiamo quanto vogliamo se sia un wargame fatto bene o mediocre… ma resta un wargame. Davvero ben poco altro da dire oltre il titolo, dritto e preciso come un haiku: Not only Euro but also wargame.
Riflessioni che personalmente condivido in pieno, provenienti dalla patria di Yasushi Nakaguro e della magnifica scuola nipponica di wargame design, improntata all’eleganza e a un concetto potentemente innovativo di tradizione: un’essenzialità basata sull’individuazione delle dinamiche dominanti e sulla loro rappresentazione più immediatamente fruibile… un approccio minimalista più vicino alle idee di Dunnigan e soci rispetto a tante altre derivazioni successive. E anche dannatamente difficile da costruire con un’adeguata resa della situazione storica: non è certo un caso se, quando vedo un wargame giapponese, mi fermo sempre a studiarlo con estrema attenzione e rispetto.
Pare la solita polemica del “E’ o non è un wargame…”, ma c’entrano poco certe beghe davvero poco interessanti (e come ci dice bene l’autore dell’articolo, difficilmente applicabili ai “titoli di confine”). In realtà, invece, sarà proprio su punti più avanzati e su confronti continui nei dibattiti tra designer che si articoleranno le linee evolutive del futuro del wargame a livello globale: prima sul cosa simulare nei modelli e cosa trasferire ai giocatori, solo dopo su come farlo al meglio senza pregiudizi o classificazioni a priori di meccaniche e componenti. Perché un futuro lo avrà eccome, il wargame. Anzi, forse più di uno.
Intanto, cari amici giapponesi… dōmo arigatōgozaimasu.







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