
di Riccardo Masini /
Torna la Draco con i suoi pocket wargames, tornano i nostri amici spagnoli a dimostrarci come si possa fare un bel gioco storico con pochi pezzi, divertente… e con contenuti non male. Tornano con un gioco sulla loro stessa storia nazionale: Hispania.
TETRARCHISPANIA
L’idea è la seguente. Parti da Tetrarchia, il predecessore del sistema, e lo rovesci.
Nel senso, in quel titolo ci ritrovavamo in un Impero Romano più o meno rattoppato dopo la Crisi del III Secolo, con due Augusti e due Cesari che giravano come trottole per fermare valangate di barbari che scendevano verso Roma attraverso percorsi prefissati, seminando sul loro cammino morte, distruzione e la vaga idea che forse l’Impero fosse davvero agli sgoccioli. Qui invece giriamo la questione, siamo subito dopo la Seconda Guerra Punica, Roma non solo è nel pieno delle forze, ma si è anche presa un bel pezzo d’Europa in più, quella che diventerà poi la Spagna… peccato che gli abitanti della stessa non siano esattamente d’accordo e si ribellino di continuo, obbligando l’Urbe ha inviare generali, consoli, proconsoli, flotte e altra gente assortita a ribadire il fatto che quel che un giorno sarà chiamato Impero sta muovendo i primi passi.
Quindi, questo che significa? Che girate sempre come trottole con le vostre forze, ma stavolta non menate barbari che vengono da fuori, bensì popolazioni locali che conoscono il territorio molto meglio di voi e che dovete andare a stanare città per città, rimuovendo tutte le rivolte che scoppiano a destra e a sinistra.
I PRINCIPI DAI MOLTI NEMICI
Fun fact: “Hispania” etimologicamente significa “terra dei conigli”, o meglio dire delle lepri che dovrete andare a catturare un po’ ovunque sulla bella mappa del gioco. La differenza rispetto ai tracciati di Tetrarchia non è da poco, perché se possibile il tutto si frammenta ancora di più, i movimenti del bot “ispanico” sono ancor più imprevedibili, i luoghi non solo da conquistare ma anche da controllare con una bella guarnigione (le sei “capitali” delle altrettante regioni non ancora del tutto romanizzate) vi costringono a sparpagliarvi molto di più. Risultato: se Tetrarchia ogni tanto mi è sembrato fin troppo facile, Hispania ha rischiato di volar via dalla finestra per la frustrazione di aver perso la terza partita di fila. Il che è un ottimo segno.
Fondamentalmente, il gioco è da 1 a 3 / 4 giocatori. In effetti pare evidente che sia stato pensato soprattutto come solitario, anche se deve essere divertente mandarsi a quel paese tra proconsoli perché non ci si dà un appoggio nel momento giusto o si sposta la flotta che ti serviva per spostarti dall’altra parte di questa landa desolata senza doverci passare in mezzo… e il “/ 4” è dovuto ad una variante competitiva in cui un giocatore gestisce le forze ispaniche, così, tanto per deridere gli altri tre che gli corrono appresso.
UNA BELLA VACANZA IN SPAGNA…
Detto ciò, il funzionamento del tutto ricorda in effetti Tetrarchia. Hai un tot di punti azione per turno, rappresentati da dei bei sesterzi di metallo sonante, con i quali ti muovi (o cerchi di farlo: l’interno dell’area, senza le strade romane, ti costringe a spendere tantissimi punti azione visto l’inferno logistico che i giocatori di Almoravid ben conoscono), assedi le città nemiche in rivolta o cerchi di eliminare frontalmente le armate nemiche in battaglie campali.
Il verbo “cerchi” è cruciale qui, perché l’armata dei ribelli ispanici ha una forza pari a quella delle città in rivolta che si è lasciata alle spalle e quindi rischia di diventare quasi inarrestabile. I lettori più attenti ora mi diranno “Beh, allora vai alle spalle dell’armata ribelle e tira via le rivolte una a una prima di attaccarla frontalmente”… ottima idea, peccato che per farlo ci vuole una marea di tempo, hai 11 turni nello scenario base e ad ogni turno i dischi rivolta diminuiscono di 1, e quando li hai finiti… te ne torni a Roma con le aquile nel sacco.
243 GIOCHI IN UNO
In generale, il gioco è qui, vai in giro, usi le flotte come ponte per evitare i viaggi infiniti attraverso il continente, cerchi di coordinare le tue forze che tutto sono tranne che infinite, speri che le cose vadano come devono, elimini le armate nemiche il prima possibile e poi passi a “ripulire” la mappa seminando guarnigioni a destra e a sinistra. Finché non ti ricordi che questo è il figlioletto di Tetrarchia e quindi non solo hai tipo 243 livelli di difficoltà diversi personalizzando il mix dei componenti, ma anche un bel po’ di varianti che introducono altri pezzi come il super generale ribelle e tanti scenari che variano l’esperienza e la rendono se possibile ancor più varia rispetto a Tetrarchia stesso.
Funziona tutto questo? Beh, ti fa capire la Storia (se non altro perché i Romani ci hanno messo quasi due secoli a pacificare questo macello), ti mette la curiosità addosso di saperne di più, è divertente ed è il classico gioco che ti porti in vacanza per ammazzare il tempo o che ti fai la sera dopo cena al rientro dal lavoro. Sì, in tutto questo puoi perfino usarlo per far vedere a qualcuno come si gioca con il passato, anche se forse non è nemmeno questo il suo scopo fondamentale.
Perché Hispania vuole semplicemente essere un gioco coinvolgente, per nulla banale, portabilissimo e molto rigiocabile. In tutti questi campi riesce perfettamente nella missione che si è prefissato e non delude. Onesto, dritto al punto, anche economico considerati i componenti… bene così e come sempre, grazie Spagna… o meglio, Hispania!

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