di Annie Scissorhands /
Gli archivi di informazione relativi alla Preistoria attingono a materiali diversi da quelli utilizzati per lo studio della Storia.
Sono tracce indelebili, ben conservate e visibili in successione. È come avere davanti un libro strutturato in verticale nel quale è possibile leggere la lunga storia passata. Questo “libro” è chiamato “Stratigrafia” la cui matrice è costituita da materiale geologico all’interno del quale è possibile ritrovare tracce antropiche di un tempo talmente remoto che è quasi difficile da concepire per chi non ha l’abitudine di calcolare il tempo in “migliaia”.
Quella in foto è la successione stratigrafica che si trova nel giacimento di Peverella, sulla sponda sinistra del torrente Quaderna, a circa 80 cm sopra l’attuale livello del corso d’acqua.
Lo strato più basso (A) è costituito da Sabbie Gialle, dei depositi marini costieri, che testimoniano il momento del definitivo ritiro del mare e quello della continentalizzazione di questa area. (E parte subito l’umarell in testa che dice “qui una volta, era tutto mare”)
I tre depositi in alto si sono formati in seguito allo scorrimento del paleo-Quaderna. Il primo (B), è datato all’incirca a 380.000 anni fa e all’interno sono stati rinvenuti grosse schegge, nuclei e residui di lavorazione di tradizione acheuleana (cultura di origine africana, dal sito della Somme a Saint-Acheul) e di tecnica clactoniana (da Clacton, in Inghilterra) e protolevallois (dal sito Levallois -Perret in Francia).
Nel livello immediatamente successivo (C) datato a 300.000 anni fa, è evidente un cambiamento verso condizioni climatiche meno rigide tali da suggerire una frequentazione umana delle sponde limose del paleo-Quaderna. La scelta della frequentazione di questa area è data dalla necessità di sfruttare l’ecosistema circostante. Sono state trovate aree adibite alla scheggiatura e alla rifinitura degli strumenti, oltre a un interessante numero di bifacciali con tracce di usura, elemento che suggerisce l’utilizzo di questi materiali per ragioni di sussistenza.
Infine il livello che va a chiudere questa serie di strati (D) fà riferimento al periodo finale della glaciazione del Riss, tra i 200 e i 150.000 anni fa. Lo strato in questione è un suolo molto tipico, dal colore giallo-bruno, che si è formato per accumulo di particelle spostate dall’ attività del vento. Anche questo elemento, apparentemente insignificante, costituisce la prova che siamo di fronte ad un ambiente radicalmente cambiato in steppa-prateria, tipico di un clima arido-freddo. Un ambiente in cui gli ultimi gruppi di Erectus, possessori di quegli strumenti ottenuti attraverso il metodo di scheggiatura chiamata “Levallois”.
Quello appena descritto è un vero e proprio libro. Solo che le pagine non si possono sfogliare.
Sono tracce indelebili, ben conservate e visibili in successione. È come avere davanti un libro strutturato in verticale nel quale è possibile leggere la lunga storia passata. Questo “libro” è chiamato “Stratigrafia” la cui matrice è costituita da materiale geologico all’interno del quale è possibile ritrovare tracce antropiche di un tempo talmente remoto che è quasi difficile da concepire per chi non ha l’abitudine di calcolare il tempo in “migliaia”.
Quella in foto è la successione stratigrafica che si trova nel giacimento di Peverella, sulla sponda sinistra del torrente Quaderna, a circa 80 cm sopra l’attuale livello del corso d’acqua.
Lo strato più basso (A) è costituito da Sabbie Gialle, dei depositi marini costieri, che testimoniano il momento del definitivo ritiro del mare e quello della continentalizzazione di questa area. (E parte subito l’umarell in testa che dice “qui una volta, era tutto mare”)
I tre depositi in alto si sono formati in seguito allo scorrimento del paleo-Quaderna. Il primo (B), è datato all’incirca a 380.000 anni fa e all’interno sono stati rinvenuti grosse schegge, nuclei e residui di lavorazione di tradizione acheuleana (cultura di origine africana, dal sito della Somme a Saint-Acheul) e di tecnica clactoniana (da Clacton, in Inghilterra) e protolevallois (dal sito Levallois -Perret in Francia).
Nel livello immediatamente successivo (C) datato a 300.000 anni fa, è evidente un cambiamento verso condizioni climatiche meno rigide tali da suggerire una frequentazione umana delle sponde limose del paleo-Quaderna. La scelta della frequentazione di questa area è data dalla necessità di sfruttare l’ecosistema circostante. Sono state trovate aree adibite alla scheggiatura e alla rifinitura degli strumenti, oltre a un interessante numero di bifacciali con tracce di usura, elemento che suggerisce l’utilizzo di questi materiali per ragioni di sussistenza.
Infine il livello che va a chiudere questa serie di strati (D) fà riferimento al periodo finale della glaciazione del Riss, tra i 200 e i 150.000 anni fa. Lo strato in questione è un suolo molto tipico, dal colore giallo-bruno, che si è formato per accumulo di particelle spostate dall’ attività del vento. Anche questo elemento, apparentemente insignificante, costituisce la prova che siamo di fronte ad un ambiente radicalmente cambiato in steppa-prateria, tipico di un clima arido-freddo. Un ambiente in cui gli ultimi gruppi di Erectus, possessori di quegli strumenti ottenuti attraverso il metodo di scheggiatura chiamata “Levallois”.
Quello appena descritto è un vero e proprio libro. Solo che le pagine non si possono sfogliare.
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