
di Riccardo Masini /
Ehi, ma la battaglia di Borodino non era stata combattuta il 7 settembre? E infatti qui sto provando (per la prima volta, da che mi ricordi) lo scenario ipotetico del 6 settembre: a differenza di quanto accadde realmente, dopo aver perso la posizione di Shevardino il giorno prima, i Russi non rimangono fermi a vedere i Francesi che si ammassano davanti alle loro ridotte, e Napoleone decide di attaccare subito anche se parte della sua armata arriverà solo in tardo pomeriggio.
Una classica battaglia napoleonica “in crescendo”, ben diversa dalla mattanza frontale che sarà la battaglia storica del 7, con tutti in posizione e una serie di scontri feroci sulle posizioni russe.
Però, qui capisci anche perché Napoleone non attaccò quel giorno… con un terzo dell’esercito fuori mappa, i Russi hanno gioco facile a respingere la prima ondata francese e poi passare rapidamente al contrattacco sul fianco ancora non esteso del nemico, proprio partendo dalla zona dell’abitato di Borodino. C’è invece da chiedersi perché Kutuzov non si mosse, approfittando della posizione incompleta francese, forse temendo a sua volta un attacco sul proprio fianco in caso di contrattacco troppo spinto… Com’è e come non è, però, capisci anche perché in tanti su BGG e altri forum consigliano di lasciar stare questo scenario ipotetico, in quanto troppo a favore di un Russo un po’ più temerario.
Tuttavia… tuttavia basta uno scambio fortunoso al centro davanti alle Fléches in cui, in virtù delle tabelle “sanguinose” e della mancanza di step progressivi di danno, nel corso del solito assalto infruttuoso il Francese perde di colpo un’unità importante ma anche il Russo si vede la ridotta improvvisamente svuotata! Il Francese non può entrarvi direttamente dal davanti, e i lati sono protetti dalle unità di copertura russe, ma Kutuzov trova un’unità abbastanza forte per rioccupare la posizione solo sul suo fianco sinistro, sguarnendo la foresta vicino al villaggio di Utitsa dove i Francesi (dopo due turni di preparazione per portare l’artiglieria in posizione di appoggio) si apprestano finalmente a lanciare un attacco. Se Utitsa cede, il fianco russo sarebbe di colpo aperto permettendo un pericoloso aggiramento!
Nel frattempo, attorno a Borodino è il fianco sinistro francese a ritrovarsi minacciato dalle rapide manovre di disturbo dei cosacchi e solo con poche unità di cavalleria a tenere la linea… ma se si riesce a stabilizzare quel punto, magari usando parte dei rinforzi che finalmente sta arrivando, e a prendere la foresta di Utitsa allora la partita potrebbe riaprirsi: che cosa non può fare un Exchange al momento giusto!
E’ questa la bellezza di sistemi così semplici, come evidenziato da Phil Sabin nel suo Simulating Wars: quel che perdono nel realismo tattico del singolo scontro, lo riacquistano nella resa generale della battaglia e nella loro capacità di mettere il giocatore nei panni di chi deve prendere decisioni di ampia portata per la condotta della battaglia. Dove mandare adesso i rinforzi francesi? Cosa fare per difendere le ridotte russe se la foresta viene superata? Quanto spingere in avanti il contrattacco da Borodino e d’altro canto come fermarlo? E dove usare la Guardia russa in attesa nelle retrovie?
Di colpo, anche uno scenario meno bilanciato e del tutto ipotetico torna interessante…
Meno regole su cui concentrarsi, più focus sulla decisione tattica di massima. Poi, una volta compreso ciò, ci si può rivolgere a giochi più “realistici” per ottenere rese di dettaglio indubbiamente migliori e più credibili… oppure fare il percorso opposto, tornando ogni tanto a questi giochi più snelli per avere una più chiara visione d’insieme. Il tutto all’insegna dell’immediatezza, della fluidità delle situazioni e – mai dimenticarselo! – del divertimento e del coinvolgimento.

(Ti è piaciuto questo articolo? Commentiamolo insieme sul gruppo Facebook LudoStoria!)





